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La Puglia del vino

La coltivazione della vite in Puglia ha origini antichissime, da quando i primi coloni greci attraversando il mare Ionio approdarono su queste coste.

È una regione quasi completamente priva di montagne, caratterizzata dall’alternarsi di colline, altipiani e pianure. È tendenzialmente povera d’acqua (se si eccettua il Tavoliere), con clima caldo e arido e scarse precipitazioni; è tuttavia ben ventilata, grazie alla costante vicinanza al mare.

I vitigni che si coltivano sono assai numerosi, ma in linea di massima geograficamente distribuiti secondo questo schema: a nord, nella zona del Tavoliere, predominano i vitigni comuni alle regioni confinanti, e quindi Bombino BiancoTrebbianoSangioveseMontepulciano Bombino Nero;

al centro sono diffuse soprattutto le uve a bacca bianca, tra cui Verdeca Bianco d’Alessano, ma un ruolo assai importante riveste l’Uva di Troia; a sud dominano su tutti i vitigni più famosi di Puglia: Primitivo Negroamaro. La Puglia è una delle regioni maggiori produttrici di vino in Italia ed in particolare è famosa per la produzione di vini rosati.

Nella regione ci sono 4 DOCG, di cui 3 nella DOC Castel del Monte, con i vini delle tre DOCG  Castel del Monte Bombino Nero DOCG, Castel del Monte Nero di Troia Riserva DOCG e Castel del Monte Rosso Riserva DOCG, oltre a quella del Primitivo di Manduria Dolce Naturale DOCG. Inoltre si contano 28 DOC e 6 IGP

LE TERRE E I VINI DI FEDERICO II

Partenza per Canosa di Puglia (Bt). Qui ha inizio il viaggio nel territorio dell’Alta Murgia, uno dei più antichi distretti vinicoli della Puglia, che custodisce tra le più belle cantine della regione, ben attrezzate anche per ricevere i turisti tutto l’anno.

Sarà un piacere visitare queste strutture, con le loro bottaie e gli attrezzi agricoli del passato, passeggiando tra i vigneti da cui nascono le Doc della zona, avvolti dal calore dell’accoglienza dei produttori. Scopriremo il vitigno autoctono Nero di Troia nel Castel del Monte Docg e Dop, accomunati da vini di grande struttura e di colore impenetrabile.

Ricchissima di ipogei, naturali e artificiali, l’antica Canusium è meta del turismo archeologico: necropoli, templi paleocristiani, strutture magno-greche e romane, chiese e palazzi. Tutt’intorno, e lungo la strada che ci condurrà a Minervino Murge, la campagna è riccamente punteggiata da masserie, caratteristiche dimore padronali con stalle, depositi e alloggi per i contadini, spesso abitate dagli stessi proprietari terrieri.

Testimonianze di un profondo legame con la pratica della pastorizia, si incontrano anche altre costruzioni tipiche come le Poste (edifici recintati con muretti a secco), “alberghi” primitivi sui sentieri della transumanza; gli Jazzi per l’allevamento degli ovini; le Masserie che, nel XVII secolo, divennero centri organizzativi dei latifondi. Oggi, queste ultime, accolgono i turisti in antichi ambienti in cui il tempo sembra non essere trascorso. I colori e i profumi dei suoi “frutti” – come l’olio nuovo, i cardi selvatici e il fungo cardoncello della Murgia – rendono l’autunno la stagione ideale per intraprendere questo itinerario che si snoda anche attraverso le stradine dell’incantevole centro storico di Minervino, la Scesciola, che custodisce nel nome il ricordo delle dominazioni arabe in Puglia. Passeggiando in questo antico quartiere ci sembrerà proprio di essere in un labirinto col suo fitto dedalo di stradine tortuose, piccoli archi e scale esterne in pietra.

Da qui ripartiamo per Andria, città eminentemente agricola, prima al mondo per quantità di olio extravergine prodotto, famosa per le sue specialità casearie e per il maestoso Castel del Monte, dal 1996 dichiarato dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità. Sebbene si chiami “castello”, a tutt’oggi gli studiosi non hanno ancora chiara l’esatta funzione di questo edificio voluto dall’imperatore Federico II.