Per molti è un ‘vizio’ incontrollabile: prima di addormentarsi scrollare sul proprio cellulare, ma attenzione.
Per chi lo fa sistematicamente, ogni sera, non ci sono buone notizie che arrivano da alcuni ricercatori. Se prima di dormire avete sempre lo smartphone in mano, probabilmente vi state facendo del male.
Il cellulare lo usiamo ovunque e in tutte le pause possibili. Treni, autobus, metropolitane, uffici, bar. E ovviamente anche in tutti quegli spazi che sono più nostri, più intimi, come in casa. Il nostro bagno, la cameretta e per i più assuefatti anche la cucina durante i pasti.
Tutti con il cellulare in mano e lo sguardo che non si alza nemmeno quando si attraversa la strada o solo per fare un saluto. Ma lo smartphone diventa davvero un momento di culto prima di addormentarsi. Perché, secondo voi, guardiamo il telefono prima di dormire?
Se davvero non possiamo fare a meno di stare al cellulare prima di dormire, non è solo per vizio o abitudine. Dietro questa pratica si nasconde dell’altro.
Esiste una ragione psicologica dietro questa mania e si chiama “vendetta della procrastinazione a letto”. Si rimane svegli, secondo gli studiosi, dopo avere terminato tutti i propri compiti quotidiani per una sorta di vendetta inconsapevole. Lo ha svelato il Medical News Today che definisce l’atto di rimanere al cellulare prima di dormire, come “rimanere alzati dopo che tutte le faccende e le attività della giornata sono state completate”. Un modo per ottenere il controllo sulla vita quando si sente di non avere tempo per inserire attività di svago nel corso della giornata. Ma cosa succede a chi sta troppo al cellulare prima di dormire?
Secondo Sara Makin, psicoterapeuta e CEO del servizio di consulenza online Makin Wellness: “Ci sono ancora dibattiti riguardanti la psicologica che c’è dietro il fatto di controllare sempre il telefono prima di dormire. Ci può essere una connessione tra l’aumento di stress diurno e la procrastinazione a letto”.
E aggiunge: “Non c’è un effetto positivo nel ridurre la qualità e il tempo del sonno. È solo una falsa apparenza di avere più controllo sulla propria vita. L’abitudine è radicata soprattutto nei Millennials e nella generazione Z. Per lo psicologo ambientale Lee Chambers questo comportamento “si presenta più spesso nei tardi Millennials e nella generazione Z in posizioni ad alta pressione con obiettivi ambiziosi e di carriera. Si tratta di una sorta di ribellione contro il modo di vivere che c’è ora”
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